Storia & Territorio

Dionigi Scano: l'architetto di Sanluri

Dionigi Scano, architetto nativo di Sanluri, fu il primo a redigere la prima classificazione completa degli edifici romanici della Sardegna.

Dionigi Scano è stato una delle personalità illustri di Sanluri, che ha trovato la sua notorietà grazie alla sua professione di architetto che l’ha portato anche alla stesura di numerosi testi di saggistica.

Nato il 23 febbraio del 1867, Scano si trasferisce a Torino per portare avanti i suoi personali studi e sarà proprio nella città sabauda che conseguirà la laurea presso la Regia Scuola d’Applicazione: ben presto, però, fu richiamato nella sua terra natale da Filippo Vivanet, noto architetto e archeologo cagliaritano, che lo volle fortemente come suo collaboratore presso l’ufficio regionale per la conservazione dei monumenti, di cui divenne il direttore di lì a poco.

La sua fama di sapientia non attardò a diffondersi tant’è che venne incaricato direttamente dal Ministero della Pubblica Istruzione di inventariare gli edifici di alto pregio artistico di tutto il territorio sardo: un lungo e parsimonioso lavoro che gli portò via 15 anni di intensa attività ma che gli permise anche di redigere la prima classificazione completa degli edifici romanici della Sardegna.

Come architetto si occupò anche del restauro di monumenti sebbene molte siano state le critiche portate avanti dai contemporanei per l’eccessiva artificiosità del risultato finale, che ne alterava l’aspetto originale: tra i suoi interventi si annoverano quelli presso la Basilica di San Gavino a Portotorres, presso la Torre di San Pancrazio e presso la Chiesa di San Pietro di Simbranos a Bulzi.

D’altro canto si occupò anche dell’edificazione di nuovi edifici tra cui, forse il più noto, il Palazzo Accardo di Cagliari, sede del Museo Archeologico Nazionale: ovviamente sua è l’edificazione della propria abitazione cagliaritana, progettata assieme al figlio Flavio.

Il 16 novembre 1949 a Cagliari, Dionigi Scano lascia questa terra certo di aver sedimentato un forte ricordo della sua esistenza, che si tramanda di generazione in generazione attraverso le sue stesse creazioni.

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